Pittura Metafisica

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LA METAFISICA DEL REALE

L’opera di Luciano Vannoni è il risultato di una scoperta improvvisa quanto folgorante, avvenuta nel 1971 alla mostra milanese dedicata a Giorgio De Chirico, La metamorfosi dell’oggetto. […] La pittura di Luciano Vannoni è frutto di un’agnizione, nel senso di riconoscimento di qualcosa rimasto fino a quel momento sconosciuto perché celato dalle pieghe della memoria. In un saggio Flannery O’ Connor dice che, per uno scrittore, se è “sopravvissuto alla propria infanzia, possiede abbastanza informazioni sulla vita per il resto dei propri giorni”.

Anche quando non lavora con gli oggetti della realtà, nell’animo dell’artista restano le impronte di quegli oggetti. Egli le riempie come calchi di opere perdute perché non restino vuote di senso. A spingere Luciano Vannoni verso una pittura mimetica con l’arte di De Chirico, sono state memorie infantili.

L’atmosfera che respirò da piccolo nell’antico seminario riminese abbandonato dove passava lunghe ore a giocare, ha improntato il suo modo di esperire la realtà. Quando nel 1971, vide le opere dechirichiane, queste gli procurarono una sorta di cortocircuito emozionale.

Quegli spazi vuoti dove si intrecciano fili enigmatici, divennero una magnifica ossessione da rievocare con la forza esuberante della suggestione infantile. Scoprì che ventiquattro dei trenta bozzetti eseguiti da De Chirico nel 1917 durante il soggiorno nella Villa del Seminario di Ferrara, non furono mai realizzati a olio. Recuperando le tecniche dechirichiane decise di trasporre su tela quei disegni. De Chirico sosteneva che la scoperta del passato non è possibile senza la scoperta del presente.

Riteneva che la fusione di antico e moderno fosse in grado di far saltare i limiti imposti dalla cultura. In Vannoni, il passato è sia quello storico che quello intimo. Entrambi dialogano con il qui e ora dell’urgenza espressiva. L’arte si ritualizza seguendo un movimento spiraliforme e, attraverso il riconoscimento di un comune sentire, si spiega al mondo.

Maria Chiara Monaldi

TRE PITTORI A SAN LEO

[…] Luciano Vannoni, ci riporta in vita uno dei più grandi artisti del Novecento, Giorgio de Chirico, e ne riflette le orme impollinandosi del suo stile, si reinnesta nel suo filone apprendendone i segreti architettonici, svariati in solenni colori tangibilmente afferenti allo stile del maestro, così da costruirne i medesimi edifici, i manichini, i corpi viscerali in fisica.

Che rimane in un aplomb duro, imbrunito in colori senza incrinature, pastosi, densi, compatti, a conferire testimonianza di come un forte connotato come quello di De Chirico ancora con la propria cultura, i propri viaggi, la volumetrica fantasia, funga da supporto sostanziale e da transfert per una didascalica sorte pittorica futuribile.

Milena Massani

LA TRADIZIONE E LA RICERCA

[…] Un caso diverso è quella di Luciano Vannoni, pittore con un debole (un amore) per l’arte metafisica, fatto questo che lo porta a interessarsi a un autore difficile e affascinante come De Chirico.

Vannoni ha voluto realizzare, cioè, alcuni bozzetti della famose “Piazze d’Italia” e le ha immaginate così bene che il risultato è ottimale, altamente mimetico, un azione da Demiurgo, il dio minore che da vita al progetto del dio maggiore.

All’origine dell’interesse per tale genere, spiega l’artista, vi è stata forse la frequentazione adolescenziale dell’ambiente del vecchio seminario di Rimini, luogo di giochi (non era seminarista), ma anche di seduzioni mistiche.

Ivo Gigli

 LUCIANO VANNONI 

Una sorprendente alta percentuale di artisti degli ultimi cento anni sono
stati coinvolti da idee in cui la lore arte riflette il desiderio di esprimere
ideali metafisici, che non possono essere necessariamente espressi in
termini pittorici tradizionali.
l’arte di Luciano Vannoni si inserisce in questa categoria e non ci trova
ad affrontare difficolta, quando si cerca di individuare eventuali influenze
visive sulla sua arte. Lo stile artistico indiscusso che puo essere
correlato in termini di metodo e la Metafisica, Giorgio de Chirico è stato la
sua grande inspirazione.

Tuttavia un risultato più proficuo si trova quando si analizza questa
importante influenza sullo stile di pittura di Luciano. Manifesta
padronanza delle leggi dell’universalità dell’arte, vale a dire, degli
elementi formali dell’arte, come la forma, la linea, il colore e la
composizione. Soluzioni sofisticate di forme con sentori di elementi
anatomici permeano le tele di Luciano rivelando possibilità nascoste,
significati universali e qualitá interiori.

Gli esseri umani devono aspirare verso l’infinito, riducendo il finito e i
bisogni fisici ritenendo che le forme visibili nelle fasi inferiori del mondo
materiale sono una distrazione sulla via della verità. L’insistenza che la
vera realtà deve essere rimodellato nelle sue forme visibili è davvero
un tema che ricorre più volte nella pittura dell’artista: egli riduce
l’importanza della forma riconoscibili permettendo alla forma astratta e
geometrica di divenire “superiore”.

Allo stesso tempo per Vannoni i valori
spirituali sono senza tempo e al di sopra della sfera dei bisogni individuali
soggettivi.

 Nella sua arte esprime questi valori che sono i principi di base della vita,
ma non derivanti da personali esperienze e sentimenti. Le sue immagini
sono dichiarazioni visive dell’immaginazione riflessiva e creativa ma
anche di studio in profondità della vera natura della realtà.
il suo è un desiderio profondo e sincero di condividere con lo spettatore
quello che ha imparato nel processo di creazione. Forse una della più
notevoli qualità dei dipinti di Luciano a parte l’uso impressionante del
colore, è il raggiungimento di una palese armonia tra dinamiche e
tranquilità.

 Per Luciano l’idea non è un lampo di inspirazione, ma una visione che
deve essere messa su tela. Le sue idee sono il risultato di un lungo
processo di disegni e di impressioni, di conclusioni tratte dalla vita
tangibile. Tutto riflette il suo approccio intellettuale alla pittura.

M.G.Todaro – Critic QueenArt Studio

ITERVENTI CRITICI

 A prima vista i lavori di Luciano Vannoni appaiano come copie perfette del pittore
della metafisica Giorgio de Chirico e ovviamente il ruolo che Luciano
sembra d’aver eletto è di discepolo fedele del maestro.

Ma, dopo una osservazione e contemplazione attenta si vede che, piu
di seguire ciecamente l’esempio, Luciano sente una forte nostalgia
verso un mondo magico e sacrale, migliore del mondo caotico di oggi
giorno, ed è questo sentimento che lo spinge in avanti su questa
strada molto stretta.

Effettivamente, quasi senza accorgersene, negli ultimi lavori la
iconografia, pur metafisica, e diventato sempre più personale nella
scelta e nel trattamento pittorico già che ora si bagnano in una
luce diversa, non più con una patina da inizio secolo ma la luce di
oggi stesso – guardando attraverso gli occhi di Luciano vediamo
la metafisica di de Chirico evolversi molto lentamente in qualcosa
di diverso pur provenendo dalle stesse radici, ora ha una energia
diversa e racconta una storia diversa usando sempre il linguaggio
ispirato dalla metafisica evolvendosi sotto la luce della attualità
 Martin Hiddink